Se non lo avete notato, fatelo.

Mi trema il braccio.

Il destro.

Quello che uso per scattare.


È il mio amico Parkinson.

Non l'ho cercato.

Nemmeno lo conoscevo.

Si è semplicemente presentato e accomodato.

E non posso cacciarlo.


Dovrà sopportarmi. 

Ma anche comprendere e stupirsi di come parlerò di lui.


Senza alcuna rabbia.

Senza alcun rancore.


Percorrendo la strada insieme.

Senza cure.

Senza rimedi.

Senza tregua.

Solo con il nostro piccolo segreto.

O forse miracolo.


È un tremore a riposo.

Che scompare quando fotografo.

Quando impugno la macchina.

Senza alcun micromosso.


E questo mi basta.

Per raccontarlo ai miei figli.

Per raccontarlo a me stesso.

Di come la vita sia strana.

E proprio per questo straordinaria.


Non so se un giorno potrò mai definirmi fotografo.

Di certo, quando smetterò di esserlo, continuerò a scattare. 

Raccontando di come la fotografia possa salvare una vita.